“LE
MARCHE IN GUERRA”
FONDO GENERALE ANDERS
“…
Negli anni duri che abbiamo vissuto dal 1939, il nostro soggiorno sotto
il cielo d’Italia è stato una pagina luminosa non soltanto per il cuore
d’ogni soldato, ma per ogni polacco. Il soldato polacco nelle battaglie
vittoriose prendeva la rivincita per la disfatta riportata nel 1939,
quando due imperialismi, bruno e rosso, si divisero la Polonia. Ma il
soldato polacco ha combattuto su questa bella terra non soltanto per
la sua, ma anche per la vostra libertà. In numerose battaglie polacchi
e italiani versarono insieme il loro sangue, cementando ancor più la
nostra secolare amicizia. Ho avuto il grande onore di avere sotto il
mio comando nel 1944 i reparti del rinascente esercito italiano. Della
nostra collaborazione di guerra, che il soldato italiano conduceva in
difficilissime condizioni morali e materiali, ho riportato il più cordiale
ricordo. La battaglia di Monte Marrone, le innumerevoli lotte e scontri
sull’Adriatico, la battaglia di Filottrano e i combattimenti nell’Appennino,
dimostrano più d’una volta l’eroismo del soldato italiano. Ricordo con
viva cordialità il comandante del Corpo di Liberazione, Generale Utili
e tutti i suoi compagni d’armi.
Nella nostra marcia attraverso l’ Italia il soldato polacco fece amicizia
con la popolazione italiana. Molte caratteristiche comuni ai nostri
due popoli costituivano il legame duraturo della nostra amicizia. Una
volta nel passato sorse dall’Italia l’inno nazionale polacco, “dalla
terra italiana, alla Polonia”. Il soldato polacco credeva che così sarebbe
avvenuto e perciò il carattere del nostro esercito era diverso da quello
degli eserciti alleati, combattenti in Italia. Noi fummo non soltanto
un esercito, ma una piccola Polonia in marcia per dare la libertà alla
nazione polacca. Non è per nostra colpa se ciò non è ancora avvenuto.
Crediamo che la giustizia Divina ci aiuterà nei nostri sforzi. Sono
lieto di poter esprimere in nome dei miei soldati la più viva gratitudine
al popolo italiano per il cuore e l’amicizia da noi trovati in Italia.”
Gen.
Wladyslaw Anders – “Un’armata in esilio”, Cappelli Editore, Bologna
1950