Il
Generale Anders
Władysław
Anders nasce a Błonie l’11 agosto 1892 da Albert Anders, amministratore
di latifondi e da Elżbieta Tauchert. Negli anni 1912-1914 studia
al Politecnico a Riga. Nel 1913 consegue il grado ufficiale alla Scuola
Cadetti dell’Armata Russa (la Polonia non è ancora Stato sovrano). Partecipa
alla Prima Guerra Mondiale arruolato nel Reggimento degli Ułani “Krechowiecki”,
come comandante di squadrone e successivamente come comandante di Stato
Maggiore della 1^ Divisione dei Tiratori. Durante la guerra è ferito per
ben due volte, ma si distingue per coraggio e capacità di comando.
Con l’indipendenza dalla Polonia (1918), viene assegnato allo Stato Maggiore
del gen. Dowbór-Muśnicki a Poznań, dove forma il 15° Reggimento
degli Ułani di “Poznań”, con il quale parte per combattere sul
fronte polacco - sovietico. Si distingue ancora una volta per il coraggio,
per le operazioni di battaglia vittoriose sempre preparate tatticamente
in modo ineccepibile e per come si prende cura del destino dei suoi soldati.
Il maresciallo Piłsudzki, padre della nuova Patria Polacca,
onora sia Anders che il suo Reggimento con l’ onorificenza militare, la
Croce d’Argento Virtuti Militari.
Terminata la guerra, negli anni 1921-1923, studia all’École Supérieure
de Guerre a Parigi e con il rientro in Polonia assume la funzione di Capo
di Stato maggiore del gen. Rozwadowski.
Negli anni 1928-37 assume il comando della Brigata di Cavalleria di “Wołyń”,
e dal maggio 1937 il comando della Brigata di Cavalleria di “Nowogród”.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale difende eroicamente la Polonia
dall’invasione tedesca. Nel settembre 1939, seppur ferito in battaglia,
non abbandona il fronte e continua a guidare i suoi soldati, ritirando
il Reggimento in direzione di Leopoli, cercando di passare tra i tedeschi
e i sovietici che premono dall’est. Catturato dai sovietici viene rinchiuso
in prigione nel famigerato carcere della Lubianka a Mosca, per ben 22
mesi, subendo anche torture.
Dopo lo scoppio della guerra tedesco-sovietica (il 22 giugno 1941) fu
proclamato il decreto sull’amnistia per i cittadini polacchi e, successivamente
firmato l’accordo militare polacco-sovietico (il 30 luglio 1941). Władysław
Anders viene rilasciato dalla prigione e nominato dal gen. Sikorski comandante
dell’Armata Polacca nell’URSS.
Dato il complesso scenario di guerra e gli accordi tra i Stati alleati
conduce i suoi reparti (intorno 115 milla cittadini polacchi, e tra questi
70 mila soldati) in Iraq ed in Persia dove si fusero con i reparti dell’Armata
Polacca di stanza in Medio Oriente costituendo l’Armata Polacca in Oriente.
Infine da unità militari bene addestrate e attrezzate con le armi moderne
venne formato il 2^ Corpo. Dal 19 agosto 1943 riceve il comando del 2°
Corpo d’Armata Polacco. Il comando delle Forze Alleate lo invia a combattere
con i suoi soldati in Italia, dove giunge il 25 gennaio 1944.
Il talento operativo e l’intelligenza militare del gen Anders sono dimostrati
nelle vittorie delle battaglie di Monte Cassino, Piedimonte, Ancona,
fiume Cesano e Metauro, Linea Gotica, Faenza ed infine con la conquista
di Bologna.
Cittadino onorario di Ancona (8 dicembre 1945) e di Bologna (6 ottobre
1945).
Gli storici concordano unanimemente nel riconoscere al gen. Anders non
solo particolari capacità militari, ma anche un forte carisma di guida
del popolo.
Attento non solo alla preparazione militare della sua invincibile armata,
ma anche alla formazione educativa dei suoi ragazzi e delle famiglie al
seguito. Istituisce al seguito delle truppe, sia in Medio Oriente sia
in Italia, scuole medie e superiori, come pure l’attività teatrale viene
portata fino alle prime linee del fronte. Opere di soldati – scrittori
sono stampate nella tipografia del 2° Corpo. Si fa anche carico, con scrupolo,
della cura di madri e figli, creando case di convalescenti e centri
di villeggiatura. In Italia, dove le truppe polacche restano per oltre
due anni, il gen. Anders crea una vera e propria “Piccola Polonia”,
che contiene
tutti gli elementi della vita sociale e culturale della nazione.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale rimane in Gran Bretagna, dove
svolge l’incarico di Ispettore delle Forze Armate Polacche in Occidente.
Il nuovo regime comunista insediatosi nel frattempo a Varsavia, con decreto
del 26 settembre 1946, lo priva della cittadinanza polacca assieme
ad altri 75 generali ed ufficiali superiori.
Il 31 ottobre 1946 il gen. Anders lascia l’Italia, dopo le visite di congedo
al Capo provvisorio dello Stato Italiano Enrico De Nicola, al Presidente
del Consiglio Alcide De Gasperi, al papa Pio XII ed al Quartier Alleato
di Caserta.
Scrive il generale nelle sue memorie: “... Per la Polonia la guerra non
è cessata con la vittoria, come per le altre nazioni alleate, ed ai polacchi
non resta che credere ed attendere che si compia l’ultimo capitolo di
questo grande sconvolgimento storico”.
Dall’ 8 agosto 1954, insieme ad T. Arciszewski ed E. Raczyński, fa
parte del “Consiglio dei Tre”, organo che sostituisce il Presidente della
Repubblica di Polonia in esilio. Dedica il resto della sua vita
per l’ideale di una Polonia, democratica e libera. Non dimenticherà mai
i suoi ragazzi del II Corpo e fu per loro, dispersi anch’essi in Inghilterra
e nel resto dell’Europa occidentale, un prezioso punto di riferimento.
Morì a Londra il 12 maggio 1970. Per suo espresso volere fu sepolto a
Monte Cassino, nel cimitero militare, che accoglie i resti mortali di
oltre mille dei suoi soldati morti in quel luogo nel maggio del 1944.
Fonti
bibliografiche:
Saggio del gen. Zygmunt Szyszko-Bohusz nel libro di J. Englert e K. Barbarski
“Generale Anders”, Caldra House, Hove, Sussex, 1989, p.12-13
Ewa Berberyusz “Anders spieszony”, ANEKS, Londyn 1992
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